Magna Graecia Front e Forza Nuova presidiano Capo Colonna!

Per dire NO alla vergognosa cementificazione di parte del sito archeologico di Capo Colonna.
Domani martedì 20 gennaio 2015, Capo Colonna (Crotone) ore 14:30. 


L'ANTICO PATTO D'ACCIAIO TRA REGGIO E ATENE

IL PATTO TRA RHEGION (Antica Reggio Calabria - Ρήγιoν) E ATENE

"Sarà fede e ricchezza e sincerità tra Ateniesi e Reggini e alleati, saremo fedeli giusti e forti difensori secondo i patti [...]", recita Il marmo ateniese, oggi conservato nel British Museum di Londra. (Atene 443 a.C.).


  

Nota polemica: Troviamo vergognosto che tale documento si trovi a Londra, gli inglesi dovrebbero restituirlo ad Atene o a Reggio Calabria.

ISCHIA CONSERVA IL PIU' ANTICO DOCUMENTO IN GRECO

LA COPPA DI NESTORE 



La coppa di Nestore è un reperto archeologico rinvenuto nella necropoli di San Montano a Lacco Ameno, sull'isola d'Ischia, dall'archeologotedesco Giorgio Buchner. L'iscrizione che si trova sul vaso, databile intorno all'ultimo venticinquennio dell'VIII secolo a.C. costituisce uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica.

Questa iscrizione, oltre a testimoniare la fitta rete di relazioni commerciali che i coloni di Pithekoussai svilupparono con il Vicino Oriente e Cartagine, la Grecia e la Spagna, l'Etruria meridionale, sino alla Puglia, la Calabria ionica e la Sardegna (tanto che Buchner, contrariamente a quanto si era fino a quel momento ritenuto, poté identificare Ischia come la prima colonia greca dell'Italia meridionale), costituisce uno degli esempi più antichi di scrittura greca a noi giunto e rappresenta soprattutto il primo frammento noto di poesia conservato nella sua stesura originale, contemporanea a quella del celebre poema epico attribuito ad Omero.

Le poche, piccole lacune sono tutte interpretabili con sicurezza ad eccezione della seconda parola del primo rigo, che presenta quattro o cinque lettere mancanti. Se si accoglie l'integrazione riportata nel testo, l'iscrizione si riferisce a quanto descritto nell'XI libro dell'Iliade, v. 632[*], in cui si narra della leggendaria coppa dell'eroe acheo Nestore, figlio del re di Pilo Neleo e di Cloride, tanto grande che occorrevano quattro persone per spostarla


Iscrizione sulla coppa

(GRC) « Νέστορος [εἰμὶ] εὔποτον ποτήριον ὃς δ' ἂν τοῦδε πίησι ποτηρίου αὐτίκα κῆνον ἵμερος αἱρήσει καλλιστεφάνου Ἀφροδίτης »

(IT)  « Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona »

Il reperto è attualmente custodito presso il Museo Archeologico di Pithecusae, situato nel complesso di Villa Arbusto di Lacco Ameno, nell'isola d'Ischia, costruito nel 1785 da Don Carlo Acquaviva, duca di Atri e fortemente voluto da Buchner.


[*] Iliade, v. 632: « Apparecchiava intanto una bevandala ricciuta Ecamède. Era costeidel magnanimo Arsìnoo una figliuolache il buon vecchio da Tenedo condottaavea quel dì che la distrusse Achille,e a lui, perché vincea gli altri di senno,fra cento eletta la donâr gli Achivi.Trass'ella innanzi a lor prima un bel descosu piè sorretto d'un color che imbruna,sovra il desco un taglier pose di rame,e fresco miel sovresso, e la cipolladel largo bere irritatrice, e il fioredi sacra polve cereal. V'aggiunseun bellissimo nappo, che recatoaveasi il veglio dal paterno tetto,d'aurei chiovi trapunto, a doppio fondo,con quattro orecchie, e intorno a ciaschedunadue beventi colombe, auree pur esse.Altri a stento l'avrìa colmo rimosso;l'alzava il veglio agevolmente. In questola simile alle Dee presta donzellapramnio vino versava; indi tritandosu le spume caprin latte rappreso,e spargendovi sovra un leggier nembodi candida farina, una bevandauscir ne fece di cotal mistura,che apprestata e libata, ai due guerrierila sete estinse e rinfrancò le forze. »


KROTON TRA STORIA E MITO! (VIDEO)

LA SVASTICA IN MAGNA GRECIA



La svastica era decorazione ricorrente in Magna Grecia, la si poteva trovare sia in senso orario che anti-orario, sia intrecciata nelle greche decorative che singola come sul vaso consevato al Museo Nazionale di Mataponto (figura 1), o sul busto femminile in terracotta del tempio di Hera di Paestum (figura 2), oppure intrecciate nelle greche decorative con i celebri meandri, sulle colonne sempre a Metaponto (figura 3) e sul vasellame in genere in tutta la Magna Grecia, impressa sui policromi ancora visibili sopra i frammenti di architetture sono conservati al Museo di Capocolonna a Crotone e tornando a Paesum sul frammento del tempio di Hera (figura 4). Inoltre svastiche sono riportate sul cratere locale dipinto con scena di naufragio, di stile tardo geometrico. Sporadico della necropoli, Valle di S. Montano del fine VIII (figura 5)  e su altri frammenti di cratere (figura 6), conservati nel Museo Pithecusae a Ischia; dove è anche conservata la Coppa di Nestore che è il più antico documento in lingua greca di tutta la Magna Grecia. Due grosse svastiche sono visibili anche su un pavimento a mosaico di una domus nel parco archelogico dell'antica Sibari (figura 6). Sulle monete di Siracusa battute come rarità ad una accreditata asta tedesca con Zeus Eleuterio e Svastica su bronzo siracusano
figura 8 e 9.
La magna Grecia non era una eccezione nel resto del mondo greco dove la svastica era da sempre presente.



figura 2
figura 3
figura 4
figura 5

figura 6

figura 7

figura 8 e 9



IL CRISTIANESIMO E L'IDEALE CLASSICO GRECO-ROMANO

«Il rapporto strettissimo tra i classici e il cristianesimo è un puro dato di fatto storico. Secondo la definizione di Henry-Irénée Marrou, nella sua celebre "Storia dell’educazione nell’antichità", il cristianesimo è, per sua stessa natura, una “religione dotta”, nel senso che, “per potersi propagare e conservare, per assicurare non solo il suo insegnamento, ma anche il semplice esercizio del culto, la religione cristiana esige almeno un minimo di cultura letteraria”. 

Il Marrou aggiungeva che, per questo motivo, “durante i primi secoli, s’è stretto così tra cristianesimo e classicismo un legame intimo, di cui lo storico non può fare a meno di constatare la solidità”. Precisamente, “il cristianesimo si è sviluppato e ha preso forma in seno alla civiltà greco-romana, e ne ha ricevuto un’impronta indelebile”: il fatto che gran parte del Nuovo Testamento sia scritto in greco è per il cristianesimo “così essenziale, come per il buddismo l’essere apparso in India e per l’Islam che il Corano sia formulato in arabo”
Tutto ciò ebbe una conseguenza fondamentale per quanto riguarda specificamente il problema dell’educazione. I cristiani dei primi secoli dovettero porsi la domanda formulata ancora una volta in maniera efficace dal Marrou: “se l’educazione classica rappresentava una tecnica ammirevole per la formazione d’un tipo umano perfettamente sviluppato, perché cercare altrove inutilmente ed elaborare un altro sistema d’educazione?” 
Ecco il motivo per cui la letteratura cristiana, da Clemente Alessandrino a Minucio Felice, da Basilio di Cesarea a Lattanzio, per arrivare fino alle grandi sintesi di Girolamo e Agostino, conduce da un lato una battaglia durissima contro il paganesimo, inteso come superstizione, ma nello stesso tempo accoglie senza riserve, nel proprio patrimonio genetico, l’educazione classica, intesa come uno strumento neutro sul piano religioso, ma utile sul piano morale, perché solo una persona compiutamente formata sul piano umano poteva decidere di compiere consapevolmente un atto di fede maturo e responsabile. Per le sue istituzioni scolastiche, il cristianesimo si differenzia perciò dalle altre religioni monoteistiche: mentre nelle scuole rabbiniche del mondo antico si studiava essenzialmente solo la Bibbia, e similmente nelle scuole islamiche si studierà poi quasi solo il Corano, al contrario, nelle scuole cristiane, dall’antichità fino ad oggi, perfino nei seminari destinati alla formazione del clero, nei primi cicli dell’istruzione si studiano prevalentemente i classici (...) la tradizione dell’apologetica, ben prima di Tertulliano, aveva affermato la piena compatibilità tra il cristianesimo e la filosofia greca: per usare le parole di Giustino, “coloro che sono vissuti secondo il Logos sono cristiani (…), come tra i Greci Socrate ed Eraclito” (...) Ci dovrebbe essere ben poco da discutere nella nostra tavola rotonda: dovrebbe essere scontato ricordare che, se siamo qui a interrogarci sui classici, lo dobbiamo proprio alla tradizione cristiana della nostra civiltà occidentale, che ci ha trasmesso i testi durante il Medioevo, ma soprattutto ne ha promosso la riscoperta e la valorizzazione (...) aprendosi all’oriente greco proprio quando il mondo islamico, dopo le aperture medioevali, debellava l’impero bizantino e decretava per sempre la fine della cultura ellenistica, in paesi che pure ne erano stati la culla.»

(R. Oniga, "Classici e Cristianesimo" - Università degli Studi di Udine)



Magna Graecia Front aderisce ai circoli culturali di Ordine Futuro



Magna Graecia Front si é affiliata ufficialmente ai circoli culturali della rivista Ordine Futuro. Si ringrazia il direttore Marzio Gozzoli.